In Palestina ci sono stato e per buone ragioni. Non quelle degli uni o degli altri -da quelle non nasce un solo filo d’erba- ma solo per incontrare un popolo e cercare di capire.
Così mi è capitato di conoscere gente normale, come la si può incontrare in ogni angolo della terra, gente a noi vicina, con cui dividere il pane, l’olio ed il sale e che chiede unicamente di poter vivere in pace.
Ne sono nate immagini che intendono parlare di un mondo condiviso, fatto di pace e di prosperità, senza muri né fili spinati, che è così semplice a dirsi e al contrario così difficile a farsi.
F.R. ottobre 2006