Architettura, industria e paesaggio nelle immagini di Francesco Radino e degli archivi storici AEM.

Rivisitazioni

Aria, acqua, terra e fuoco sono le quattro radici fondamentali e la loro presenza dà forma a questa narrazione.

Bello camminare in mezzo al bosco, fermarsi un attimo, riprendere il cammino, osservare gli alberi agitati dal vento, le nuvole che corrono nel cielo, ascoltare il mormorio delle acque nella vallata finché un lampo improvviso illumina la scena e un rumore assordante fa tremare la terra: è il respiro del mondo - energia pura - e gli uomini da sempre cercano di imbrigliarla. 

Trent'anni fa fui incaricato da AEM di documentare le sue centrali in Valtellina insieme a due cari amici e grandi fotografi: Gabriele Basilico e Gianni Berengo Gardin. 

Fu l'inizio di una storia editoriale che ebbe nel corso del tempo uno sviluppo imprevedibile e straordinario.

Seguirono altri libri con altri grandi autori: Joel Mayerowitz, Martin Parr, Olivo Barbieri, Luigi Ghirri e molti altri ancora in un'epoca d'oro per la fotografia dedicata all'industria.

Come moderni demiurghi eravamo orgogliosi di poter narrare una storia così importante per il nostro Paese e oggi, ritornando sui miei passi con una nuova campagna fotografica, provo la stessa sensazione di allora anche se i luoghi sono in parte cambiati e lo sono anch’io.

Ricordo chiaramente il momento in cui misi piede per la prima volta in una centrale idroelettrica: “Quando vidi le prime turbine rimasi come folgorato: erano macchine enormi, nere, lucenti. Se ne stavano ordinatamente in fila, ronzando all’infinito come giganteschi calabroni operosi governati da una volontà invisibile.

Mi capitò in seguito di imbattermi in altri prodigiosi macchinari: erano aerei, navi, treni e motori costruiti dentro rumorosi edifici industriali popolati da robots infaticabili che scandivano i tempi di quello che noi chiamiamo progresso. Con questi oggetti ho scambiato qualche sguardo amichevole;  mi è sembrato alle volte che fossero stupiti che li osservassi per la loro sola bellezza, altre volte cercavano di assumere “le physique du rol”,  altre volte ancora ridacchiavano di nascosto per essere stati scoperti.” (1)

Adesso che il lavoro è finito è bello stendere sul tavolo le immagini dato forma a quei luoghi e aver compreso quanto l’umanità possa apprendere su se stessa attraverso i manufatti che hanno segnato la sua storia.  Per questo la cultura materiale è cosí importante.

L'uomo in fondo vede solo quello che sa e così quando la luce di un oggetto incontra la luce di uno sguardo l'immagine inizia a prendere forma.

Il sapere nasce dall'esperienza e l'esperienza dalla lunga e attenta osservazione della natura e dalle pratiche artistiche e artigianali in grado di descriverla, conoscerla e trasformarla.

Produrre delle immagini è anche un modo per ridefinire l'ordine delle cose e riorganizzare il mondo.

Francesco Radino, per il catalogo della mostra "Le Cattedrali dell'Energia" per Fondazione AEM a cura di Fabrizio Trisoglio e Francesco Radino.

1) F.R. Civiltà delle macchine, 1995